le nostre birre
NONAÈ
L’utilizzo della botanica Achillea Millefoglie rilascia nella Nonaè gentili sentori di rosmarino, camomilla e timo. La gradazione contenuta e il sapore delicato rende la bevuta ideale per accompagnare aperitivi, pranzi e cene con piatti a base di carne bianca, formaggio e pesce.
“Lè èciè Nonaè” era un’intrepida donna di Bagolino morta ultracentenaria, che al tempo di Garibaldi “operava” sul confine trentino praticando il contrabbando con la vicina Austria. I beni di vario genere venivano nascosti sotto le ampie vesti tipiche delle donne di montagna del 19° secolo.
L’Achillea Millefoglie, utilizzata per scopi curativi, come antinfiammatorio gastrico, antibatterico, emostatico e cicatrizzante, veniva impiegata come cicatrizzante per le ferite dalle donne e gli uomini di Bagolino nella dura vita di montagna e durante le guerre accadute sul territorio alpino. Per questo motivo uno dei suoi tanti nomi popolari è: Erba del soldato.
romet
Il romét, l’eremita di Bagolino, alloggiava come guardiano nell’eremo di San Gervasio e Protasio ed aveva il privilegio di elemosinare al sabato presso le famiglie del paese per il suo sostentamento. Alle donne che gli davano farina, pere e stracchino lui chiedeva “cosa volete in cambio?” e quelle rispondevano un “bel fènzì” (bambino). E il romét prometteva di portargliene uno che aveva ormai perso il codino nella cisterna accanto alla chiesetta. Da allora si tramanda la storia che i bambini non ancora nati si trovino in fondo alla cisterna e che i genitori che li vogliono debbano recarsi lassù e suonare la campana.
cÄvrìl
Le note luppolate conferite dal Centennial e dal Simcoe e la presenza della rosa canina, bacca selvatica dal tipico profilo agrumato e floreale, la rendono profumata e beverina.
La Cävrìl omaggia la contrada ad ovest del borgo di Bagolino che, grazie ai suoi numerosi spazi aperti, un tempo era il luogo dove svernavano le greggi di mucche e capre: la vera ricchezza del paese.
Ösnà
La Ösnà, dal nome della contrada che sorge nella parte est di Bagolino, celebra lo spirito allegro e gioviale che si rincorre tra i vicoli stretti del nucleo primitivo del paese, un tempo chiamato Visnà.
oneda
Oneda che dà il nome alla piana alluvionale antistate il lago d’Idro, riprende nell’accezione dialettale la pianta dell’ontano. Pianta che, abituata crescere in luoghi umidi e acquitrinosi, venne utilizzata dai monaci benedettini per la bonifica del territorio tra i fiumi Caffaro e Chiese a partire dal 1100. Miti e leggende raccontano, inoltre, della donna Ontano: uno spirito guida in grado di connettere il mondo dei morti con quello dei vivi, il corpo con lo spirito.
TRÀGLÄ
Birra scura ad alta fermentazione in stile Imperial Stout con riflessi mogano violacei. La selezione dei malti, offre interessanti sapori di cacao, orzo tostato e lievi note di vaniglia e biscotto secco ma la sensazione preponderante è donata dalla presenza delle more di gelso (provenienti dal vivaio Cammarata Ezio di Nave – BS -, selezionate appositamente dal prof. Elia Cammarata), l’aggiunta di scaglie di legno di rovere vanigliato e spezie quali arancia dolce e cannella. L’aggiunta della mora di gelso lascia un amaro inaspettato e intenso dalle caratteristiche sfumature fruttate e fresche che contribuiscono a creare una bevuta piacevole, complessa ma mai troppo carica, nonostante la gradazione alcolica si spinga fino a 8,5 %. Birra realizzata in collaborazione con Birrificio Carpediem e O’Ste birra artigianale. Anticamente Bagolino aveva sviluppato una riconosciuta abilità nella forgiatura del ferro che veniva trasportato verso il paese attraverso il passo Maniva dall’adiacente Valle Trompia mediante l’utilizzo in periodo invernale della cosiddetta Tràglӓ ovvero la slitta di grandi dimensioni che grazie all’ausilio di un tiro di animali trasportava grossi carichi.